Intorno alla metà del XVII secolo si decise di erigere una grande fontana al centro della piazza, che fosse utile al refrigerio dei commercianti nei giorni di mercato, affidandone la realizzazione a maestranze di Pescocostanzo ma, ciononostante, pare che il lavoro, per motivi sconosciuti, non venisse nemmeno avviato.
Solo nel 1821 il Consiglio comunale deliberò a tale riguardo e decise di realizzare finalmente l’opera; di nuovo l’incarico venne affidato ad un altro pescolano, mastro Felice di Cicco. Si pensò di utilizzare la pietra dello “staffo”, collocata sempre in piazza Garibaldi ed impiegata, oltre che per l’esposizione e la vendita del pesce, anche occasionalmente come pietra della vergogna, luogo in cui erano costretti a denudare pubblicamente “una certa parte del corpo” coloro che non potessero, o non volessero, pagare i debiti.
Tra ritardi e problematiche varie, le aspettative della cittadinanza non furono deluse e la fontana fu finalmente ultimata sullo scorcio del 1823.
Più tardi subì parziali modifiche, fino alla sistemazione definitiva del 1933, quando i tre gradoni ottocenteschi a cordonatura furono sostituiti dal bacino ottagonale più esterno.