indirizzo: Via Iapasseri

Descrizione

Il nome della fontana deriva dalla vicina porta urbica (di cui attualmente rimangono i soli piedritti) che dava accesso all’omonimo sestiere nord-orientale della città storica. Nel passato era infatti conosciuta, oltre che come Fontana o Fonte Iapasseri, anche come “fonte vecchia di porta Iapasseri”.

Collocata ai piedi del tratto nord-orientale della cinta muraria medievale, esisteva con buona probabilità già prima del 1600, data che coincide con il suo radicale rifacimento.

Più tardi ne fu quindi raddoppiata la capacità funzionale con l’aggiunta di due vasche laterali con funzione di abbeveratoio. Nel corso dei secoli fu oggetto di diversi interventi di riattamento che ne hanno alterato le forme originarie e modificato più volte la collocazione rispetto al contesto ambientale circostante.

Ridotta l’affluenza degli animali e la frequentazione delle lavandaie, che da tempo immemore popolavano chiassosamente il luogo, privata della propria funzionalità, la fontana è caduta progressivamente in disuso, anche in seguito alla radicale trasformazione dei livelli stradali  della zona.

Nel 2004 la fontana è stata oggetto di restauro conservativo.


Altre info

Si tratta di un grande abbeveratoio-lavatoio che raccoglieva le acque sorgive provenienti da una polla situata nei pressi della chiesa di Santa Maria della Potenza. La fontana, in pietra concia, è giocata sul motivo di tre arcate cieche a tutto sesto a profilo modanato: quella centrale, di luce maggiore, poggiante su mensole; le due laterali, di minori dimensioni, insistenti lateralmente su possenti piedritti a base quadrata. Nelle tre lunette, delimitate in basso da un’elegante cornice modanata che corre in corrispondenza dell’imposta delle arcatelle, sono collocati gli stemmi di Sulmona, ai due lati e, al centro, quello di alleanza matrimoniale tra il principe di Sulmona Filippo II di Lannoy e la consorte Porzia Guevara. La composizione è chiusa superiormente da un coronamento orizzontale modanato che accoglie inferiormente l’iscrizione “Pvblica impensa pvblicae commoditati erectvs A.D. MDC”. L’acqua, oggi scomparsa, uscendo dalle bocche di quattro mascheroni alternati ad altrettante teste leonine, si riversava nella bassa vasca sottostante.