Chiesa di San Marcello


indirizzo: Corso Raynaldo D'Anversa, 21

Orario : Apertura affidata a volontari, salvo indisponibilità; messa domenicale ore 11.30

Edificata nell’XI secolo la parrocchiale è dedicata a San Marcello, patrono del paese. Ha subito nel corso dei secoli diverse modifiche, come rivelano la sua facciata irregolare, la pianta di forma inusuale e la compresenza di diversi stili. Ampliata ed abbellita nella seconda metà del XV secolo sotto i Di Procida, signori di Anversa, la chiesa subì un ulteriore rifacimento nel 1803, anno in cui fu demolita parte della facciata, ricostruito il campanile e vennero apportate alcune modifiche all’interno. Nel terremoto della Marsica del 1915 cadde la copertura a volta, oggi sostituita da capriate lignee.



La facciata è caratterizzata dal portale strombato di stile tardogotico, realizzato nella seconda metà del XV secolo dal conte Nicolò Di Procida, il cui stemma è scolpito nella sommità dell’arco. Nella cornice si alternano colonnine a spina e a tortiglione e risalti smussati decorati a motivi vegetali: in quello esterno foglie di vite, fra le colonnine astrini, all’interno acanto silvestre. I capitelli sono scolpiti con uccelli ed elementi fitomorfi, tipici delle scuole abruzzesi: a sinistra foglie di acanto e a destra fiori in rilievo. Gli stipiti terminano con protomi leonine, mentre le mensole dell’architrave poggiano su due teste giovanili. La stessa decorazione prosegue intorno alla lunetta sestiacuta trilobata, con affresco coevo di autore ignoto, riconducibile nell’ambito del gotico internazionale, raffigurante la Madonna col Bambino che stringe nella mano destra un uccello, simbolo dell’anima redenta, tra i Santi Marcello papa e Vincenzo martire. Sull’architrave un agnello crocifero in rilievo e sulla destra la data 1472. La porta in legno cassettonato di sambuco a due battenti, con porticina centrale a due ante, fu lavorata da maestro Nicola da Sulmona nel 1469; di recente è stata sostituita e collocata all’interno della chiesa per motivi conservativi.
Molto rimaneggiato nel tempo e di configurazione irregolare, è a pianta quadrangolare con una navata centrale e una navatella laterale sinistra, di dimensioni nettamente inferiori, separate da un pilastro cruciforme su cui poggiano un arco a sesto acuto e uno a tutto sesto. Sempre dal pilastro centrale si diparte un arco trasversale che divide in due campate, ancora di misura diversa, la navata minore, in fondo alla quale affaccia la sacrestia dove è conservata una piccola pala d’altare settecentesca con San Marcello. Sulla parete destra, in prossimità dell’ingresso, sono visibili resti di quella che probabilmente era un’antica cappella con frammenti di affreschi del XV secolo raffiguranti Santa Caterina d’Alessandria, Sant’Antonio Abate e una figura seduta non identificabile, realizzati per volere di Paolo di Bartolomeo, come si legge nella frammentaria iscrizione a caratteri gotici. La Santa, con veste verde e manto rosso, tiene con la mano destra la palma del martirio e la ruota, simbolo del suo supplizio. Accanto a lei, nella parete di fondo, è raffigurato Sant’Antonio Abate con lunga barba e saio che nella mano destra ha il bastone con campanello dell’eremita, usato per cacciare il demonio. Sul pavimento della cappella, decorata da un portichetto di cui resta una colonna, c’è una lapide sepolcrale del 1624 con stemma nobiliare della famiglia Piccus. Dal lato opposto si accede al campanile tramite un portalino cinquecentesco architravato con stemma centrale ed iscrizione mutila; alla sua sinistra un tabernacolo in pietra del XV secolo con due angeli di profilo, mentre in una parete della scalinata sono stati rinvenuti frammenti di affreschi del primo ‘400. Addossato al pilastro cruciforme, l’altare tardo barocco del XVIII secolo è dedicato al Sacro Cuore.