Chiesa parrocchiale di Sant’Eustachio


indirizzo: Piazza Germano del Mastro, 67030

Ingresso: Libero

Le origini della chiesa di Sant’Eustachio non sono certe. Secondo la tradizione essa fu eretta sulle vestigia di un tempio pagano dedicato a Giove. Una conferma di tale tesi potrebbe essere fornita dai resti di probabile epoca romana rinvenuti nel corso dei restauri condotti dalla Soprintendenza tra il 1949 e il 1950.
Le prime fonti documentarie che testimoniano la sua esistenza risalgono invece ad un’epoca più tarda, il XII secolo.
La chiesa attuale è il frutto della ristrutturazione avvenuta a seguito del terremoto del 1706, che non ha compromesso la veste cinque-seicentesca nella quale l’edificio si mostra ancora oggi.



La facciata presenta un andamento a salienti, con portale centrale rettangolare sormontato da timpano spezzato; decorazione che si ripete nella sovrastante finestra, anch’essa rettangolare. Ai lati del portale principale sono presenti altri due accessi. Decentrata sul lato sinistro ed adiacente alla facciata, spicca la cinquecentesca torre campanaria realizzata in pietra concia.
L’interno è a tre navate con transetto e coro rettangolare. La navata centrale è rimarcata da una trabeazione in pietra con mensole; quelle laterali sono state arricchite da altari in pietra realizzati tra la fine del XVI e i primi anni del secolo successivo. Nel transetto è posto l’altare cinquecentesco dedicato alla Madonna del Rosario al centro del quale si conserva una tela dipinta ad olio del 1578, raffigurante la Madonna che offre il Rosario a San Domenico e a Santa Caterina da Siena. Nei pressi dell’ingresso si trova un piccolo fonte battesimale in pietra, risalente al 1587, probabile frutto del lavoro di artigiani locali. Degno di nota è il coro ligneo composto da tredici stalli con braccioli e schienali finemente intagliati. L’attribuzione del coro è incerta: potrebbe essere opera dell’artista Pecorari di Rivisondoli (sec. XVI-XVIII) o di Paolo Balcone, figlio del Bartolomeo che realizzò il coro della SS. Annunziata a Sulmona nel 1577. Con molta probabilità la sua realizzazione è comunque da riferirsi alle abili maestranze locali che operavano nella zona compresa tra Sulmona e Pescocostanzo.