indirizzo: Annunziata, Corso Ovidio

Orari: Orario:
mattino         9.00 – 13.00
pomeriggio 15.30 – 18.30
ingresso: tutti i giorni, lunedì giorno di chiusura salvo festivi

Ingresso:
Prezzo del biglietto:  € 3,15 la visita comprende il Museo del Costume Popolare Abruzzese - Molisano e della Transumanza 

Descrizione


Frutto della proficua collaborazione tra il Comune di Sulmona e la Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Abruzzo, l’intera sezione è stata notevolmente incrementata, riallestita secondo moderni criteri ed inaugurata ex novo nel 2011. Vi sono esposti reperti di proprietà comunale già in dotazione all’originario museo e materiali di recente acquisizione provenienti da scavi, ricognizioni di superficie o ritrovamenti fortuiti relativi all’area urbana e al territorio peligno effettuati negli ultimi trent’anni.

L’intero percorso archeologico, che si articola su due diversi livelli dello storico Palazzo della Santissima Annunziata, ha inizio al piano terra con la sala dedicata al periodo preromano, ove i numerosi reperti di epoca preistorica, protostorica ed italica sono esposti secondo un preciso criterio sia cronologico che topografico, con possibilità di procedere per successivi approfondimenti tematici. Il materiale copre il periodo compreso dai 500.000 ai 2.000 anni fa e illustra il passato del territorio, dapprima con uno sguardo panoramico più ampio dedicato alle aree limitrofe degli altopiani di Navelli e delle Cinque Miglia, per poi focalizzare l’attenzione sull’area peligna.

Al contempo il percorso procede in successione cronologica attraverso l’esposizione di testimonianze del Paleolitico, Neolitico, delle Età del Rame, del Bronzo e del Ferro: dalla statuetta fittile acefala steatopigia di Fonte San Callisto nei pressi di Popoli, risalente al Neolitico, ai manufatti in ceramica, ai corredi funerari dell’Età dei metalli, ricchi di armi e monili, fino ai bronzetti votivi legati al culto di Ercole, il cui culto è attestato sul territorio almeno a partire dal IV sec. a.C.

Riemergono dal passato italico, attraverso le testimonianze epigrafiche nel dialetto peligno, anche gli antichi culti di Cerere e Venere e la presenza di veri e propri collegi sacerdotali femminili, attestati a Sulmona e nella vicina Cansano, l’antica Ocriticum.
La pastorizia, infine, che ha sempre contraddistinto l’economia locale, insieme all’agricoltura, è documentata dal celebre “Rilievo della Transumanza” che, anticipando il tema della viabilità sul territorio, introduce il percorso della successiva sezione romana, collocata al piano superiore.

Note Storiche

La storia dell’attuale sezione archeologica è strettamente connessa alle vicende che hanno portato all’istituzione dell’intero Museo civico che, fondato alla fine del XIX secolo da Antonio De Nino - insigne studioso, archeologo e folclorista - con un primo nucleo di reperti archeologici e successivamente potenziato dallo storico dell’arte Pietro Piccirilli, agli inizi degli anni Trenta, dopo aver mutato più volte sede, venne definitivamente trasferito all’interno del Palazzo della Santissima Annunziata. Tutto il materiale archeologico, prima accorpato alla totalità dei reperti delle varie epoche (preistorica, protostorica, italica, romana, medioevale, rinascimentale e barocca), è stato in seguito separato e riorganizzato, fino a costituire attualmente una sezione a parte che comprende tre sale distribuite su due livelli: la prima, al piano terra, è dedicata al periodo pre–protostorico ed italico; la seconda, al piano superiore, all’epoca romana; la terza, che conclude il percorso archeologico, è costituita dal Museo in situ della Domus di Arianna.

La sezione Romana

La Sezione Romana, situata al primo piano, espone reperti databili al periodo compreso tra il III sec. a.C. e l’Alto Medioevo ed è suddivisa in quattro ambiti, ciascuno introdotto da versi di Ovidio: il territorio sulmonese; i luoghi sacri e di culto; le necropoli; l’antico assetto urbano. All’inizio dell’ambito dedicato al territorio è posta la riproduzione di un segmento della Tabula Peutingeriana (copia medievale dell’antica mappa di epoca romana che rappresentava tutto il territorio dell’Impero) riferito alla parte centrale della Penisola; fanno seguito i reperti che documentano le attività produttive agricole e commerciali, tra cui una serie di olle ed anfore, macine per cereali, monete (III – I secolo a.C.) ed il noto “Rilievo Dragonetti”, frammento del monumento funerario della gens Peticia, un’importante famiglia locale di ricchi commercianti. Seguendo il percorso espositivo lungo il settore riservato agli antichi luoghi sacri si trovano le vetrine con oggetti votivi legati al culto di Ercole - attestato nell’area suburbana di Sulmona - e a quello di Cerere e Venere, presente nella vicina Ocriticum. Suggestiva, in particolare, la ricostruzione architettonica in scala 1:1 del sacello del Santuario di Ercole Curino, situato alle pendici del monte Morrone - nella vicina frazione Badia - e tradizionalmente legato alla memoria del poeta latino Ovidio. Segue, negli spazi dedicati alle necropoli, una ricca serie di corredi funerari rinvenuti nel corso del tempo nei pressi dell’abitato di Fonte d’Amore (IV – I secolo a.C). A documentare l’interesse per i beni archeologici ed antiquari che nel passato - grazie all’impegno degli studiosi locali Antonio De Nino e Pietro Piccirilli - ha portato all’istituzione del museo cittadino, le vetrine che espongono, insieme a reperti della “Collezione Pansa”, il frutto delle loro accurate ricerche in ambito urbano e nel comprensorio peligno. Alcuni importanti reperti provenienti dal centro storico, tra cui lacerti in pietra e fittili, frammenti scultorei e pavimenti musivi, danno modo di ricostruire l’aspetto urbanistico dell’antica Sulmo. Il passaggio al periodo medioevale, illustrato nella successiva sezione museale, è introdotto da alcuni frammenti della decorazione pittorica parietale provenienti dalla chiesetta di Santa Maria ad Cryptis (situata nell’area del santuario di Ercole Curino e fondata con molta probabilità da Celestino V nel sec. XIII) e da ceramiche datate dal VI al XVII secolo. Nell’attigua saletta multimediale il visitatore può, infine, accedere al catalogo della sezione, a filmati con ricostruzioni virtuali dei monumenti, o prendere visione delle fasi salienti degli scavi archeologici condotti nel territorio di riferimento.