indirizzo: Annunziata, Corso Ovidio

Orari: Chiusa a seguito del sisma del 2009

Ingresso: Libero

Descrizione


La collezione medievale–moderna, collocata al primo piano del palazzo, negli ambienti del corpo principale che affaccia su corso Ovidio, si sviluppa su cinque sale e negli anni Novanta, in occasione della riapertura, è stata riorganizzata secondo criteri espositivi cronologici e tipologici. Lungo la scalinata di accesso e nella prima sala - detta “del Cavaliere” in quanto vi si conservavano le armature della Giostra Cavalleresca - ha trovato posto una nutrita e diversificata esposizione di reperti lapidei che vanno dal XII al XVI secolo, costituiti da rilievi, sculture a tutto tondo, elementi architettonici e decorativi, arredi liturgici; tra i pezzi esposti una testa coronata di alloro, quattrocentesca, rappresentante il poeta latino Ovidio, due immagini di Celestino V, un Santo in meditazione del sec. XIV e la statua di Santa Caterina dalle aggraziate movenze tardogotiche. La sala successiva, intitolata a “Giovanni da Sulmona”, ospita una importante raccolta di dipinti su tavola e sculture lignee tra le più rappresentative del Quattrocento abruzzese: tra i pittori presenti, oltre all’illustre sulmonese che firma e data al 1435 il Tabernacolo, anche i Maestri di San Silvestro – altrimenti detto del Trittico di Beffi – e della Cappella Caldora, ai quali sono stati rispettivamente attribuiti il Dittico con Sant’Onofrio e la Maddalena e i capicroce del Crocifisso proveniente da Ortucchio; nell’ambito della scultura lignea degne di nota sono in particolare la Vergine Annunciata dalla vicina chiesa della SS. Annunziata e il San Giovanni Battista, per il quale è stato ancora una volta avanzato il nome di Giovanni da Sulmona, che avrebbe quindi svolto anche l’attività di scultore. La seguente “Sala degli Affreschi”, con la Vetrina delle Oreficerie, accoglie, oltre ad un altro piccolo gruppo di statue lignee e ad un esemplare in terracotta policroma datati dal XV a XVII secolo, una serie di affreschi recuperati da chiese ed edifici della città che documentano la pittura murale dell’età medievale, tra i quali emergono la Madonna col Bambino e Santi - lunetta distaccata dal portale della diruta chiesa di Sant’Agostino - e l’altro dipinto di analogo soggetto asportato dalla scalea di Palazzo Sanità, entrambi del sec. XV.

Nella vetrina centrale è esposta una significativa raccolta di oreficerie sulmonesi accanto a più tardi manufatti barocchi di produzione napoletana; al Tesoro della Casa Santa dell’Annunziata appartengono, tra i tanti, la trecentesca croce d’argento con smalti di scuola senese e due reliquiari del sec. XV punzonati con il bollo SVL, distintivo della prestigiose botteghe orafe locali attive tra il XIV ed il XVI secolo.

La “Sala dei Catasti” custodisce alcuni volumi manoscritti, tra cui il prezioso Catasto onciario cittadino del 1376, il più antico delle province meridionali; qui sono collocati anche, oltre a busti reliquiario ed angeli reggi candelabro, arredi lignei sei-settecenteschi, quali un leggio in noce appartenuto al monastero di Santa Chiara e stalli di coro e banchi da sacrestia provenienti dalla vicina Abbazia di Santo Spirito al Morrone, insieme ad alcuni ritratti di abati celestini.
Il percorso si conclude coerentemente nella “Sala Celestiniana”, dove è esposto, insieme a due dipinti cinquecenteschi, l’importante gruppo di tele provenienti ancora dall’Abbazia, tra cui le due grandi pale d’altare centinate collocate una di fronte all’altra nella chiesa abbaziale: San Benedetto che scrive la Regola del pittore neoclassico Antonio Raffaello Mengs e l’Apoteosi di San Pietro Celestino di Giovanni Conca, entrambe firmate e datate intorno alla metà del ‘700, che documentano in questo periodo il crescente rapporto artistico dell’Abruzzo con Roma.   

Note Storiche

È ad Antonio De Nino, illustre ricercatore e archeologo abruzzese, che si deve la fondazione del Museo civico di Sulmona alla fine del XIX secolo, allestito in un primo momento in una sala di Palazzo Cattaneo in Via Corfinio e costituito essenzialmente da reperti archeologici rinvenuti in varie zone della città. La continua crescita del fondo museale e l’acquisizione da parte del Comune di una serie di arredi provenienti dall’Abbazia di Santo Spirito al Morrone portarono, nel 1894, al trasferimento della collezione civica nell’ex-monastero di Santa Caterina, dove furono collocate anche opere medievali, rinascimentali e barocche pervenute nel frattempo. Agli inizi del Novecento il patrimonio museale fu ulteriormente incrementato da affreschi staccati da chiese ed edifici cittadini e dal gruppo di dipinti su tavola e sculture lignee recuperato dallo storico dell’arte Pietro Piccirilli dalla diruta chiesa di Sant’Orante ad Ortucchio, crollata a causa del sisma del 1915. Infine, nel 1927, sotto la direzione di Guido Piccirilli, il museo trovò la sua definitiva ed idonea collocazione nel Palazzo della Santissima Annunziata, ristrutturato dopo il 1960 in occasione del trasferimento dell’Ospedale civile che da secoli vi era ubicato; a seguito del sisma del 1984 il prestigioso edificio ha subito un nuovo restauro, che ha interessato anche la quasi totalità dei dipinti e della statuaria lignea.