indirizzo: Via Giuseppe Mazzini, 59

Orari: 6:30/12:30 – 15:00/19:30

Ingresso: Libero

Descrizione


I Padri Paolotti, dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, giunsero in città probabilmente grazie alla famiglia Capograssi - molto devota al Santo - e si stabilirono nella zona fuori Porta Napoli, dove era la piccola chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Nel 1619, infatti, i Sindaci del Comune di Sulmona avevano concesso loro questo sito con alcuni fabbricati e terreni adiacenti per permettergli la costruzione di una nuova chiesa – iniziata nel 1620 – e di un Convento. È al Capitano Vincenzo De Benedictis che si deve l’ampliamento dell’edificio sacro ed il completamento del primitivo convento, che egli donò ai Minimi nel 1662. Le strutture, danneggiate dal sisma del 1706, furono ricostruite ed ampliate già dal 1742.

Purtroppo la precaria situazione economica dei religiosi li costrinse alla vendita di terreni e proprietà, ma anche di parte del convento che poi  fu soppresso (1770) e alienato sub asta a don Nicola Antonio Trasmondi, Marchese di Introdacqua; fu così che la chiesa fu affidata al Vescovo e i Paolotti lasciarono la città.

L’edificio sacro e l’orto divennero un cimitero mentre il convento rimase disabitato fino a che i Padri Cappuccini, costretti a loro volta nel 1866 a lasciare il Convento di San Giovanni Evangelista per la soppressione degli Ordini religiosi, tra il 1875 e il 1895 acquistarono il Convento di San Francesco di Paola ed il vicino orto e vi si stabilirono. La chiesa però, custodita da un eremita, rimase di proprietà del vescovo fino al 1906.

I Cappuccini negli anni decorarono la chiesa ed ampliarono il convento, adattandolo alle diverse funzioni nel corso del tempo. La data 1931 sulla soglia dell’ingresso potrebbe riferirsi al rifacimento del pavimento o ad altri lavori di ripristino dell’edificio. Nel marzo 1956, infine, la chiesa di San Francesco di Paola divenne parrocchia, affidata sempre ai Padri Cappuccini.
Un incendio, divampato all’interno della chiesa nel 1974, danneggiò la parte absidale con l’antico coro, che fu prontamente restaurata.

Esterno

Il prospetto barocco, con piano di facciata ad andamento curvilineo, è diviso in due campate di diversa altezza da una cornice marcapiano e tripartita da un doppio ordine di lesene. Al centro della sezione inferiore il portale architravato è sormontato da una lunetta poggiante su slanciate lesene che si protendono in alto con pulvini. Nei settori laterali ad andamento convesso, fiancheggiano il portale due ovali con lo stemma dei Minimi che reca la scritta Charitas racchiusa in un sole raggiato. Al centro della campata superiore, in una nicchia archivoltata, la statua del Santo titolare della chiesa in pietra della Majella e, un timpano mistilineo con croce sommitale funge da coronamento al settore mediano del prospetto. A destra, in posizione leggermente arretrata rispetto alla facciata della chiesa, ma in continuità con essa, il campanile a pianta quadrata, eretto nel 1966 e alto 30 metri, traforato da due ordini di monofore su ciascuno dei lati e terminante con una cuspide piramidale sormontata dal globo con la Croce; a seguire il fabbricato delle sale parrocchiali, coevo al campanile. Sul fianco sinistro della chiesa, in una piccola nicchia chiusa da un vetro, la statua seicentesca in pietra bianca della Majella della Madonna delle Grazie, ricordo della chiesa primitiva.

Interno

L’interno a croce latina, ricostruito dopo il sisma del 1706, è di gusto spiccatamente barocco; l’apparato decorativo a stucco e, soprattutto le numerose superfici trattate a finto marmo, sono da riferirsi ad interventi successivi al XVIII secolo. In controfacciata vi è l’organo con balaustra decorata con specchiature. L’aula è affiancata dalle due cappelle laterali del transetto, che comunicano con essa mediante archi a tutto sesto poggianti su pilastri cruciformi; gli altari al loro interno risultano privi della mensa, ma dotati di mostre piuttosto elaborate che farebbero supporre una originaria presenza di tale elemento; in tre di essi lo spazio rimasto libero è occupato da confessionali lignei. La volta a botte lunettata, le pareti della navata ed il transetto sono ornati da dipinti con storie della vita del Santo titolare della chiesa, realizzati nel XIX secolo dal pittore sulmonese Vincenzo Conti; la cupola all’incrocio dei bracci del transetto reca al centro la colomba dello Spirito Santo circondata dallo stemma dei Paolotti mentre nei pennacchi è rappresentato il Tetramorfo. Nell’abside, dietro la mensa in pietra bianca, è collocato dal 2007 un artistico tabernacolo ligneo a tempietto, finemente lavorato, inizialmente realizzato per la chiesa cappuccina di San Giacomo Maggiore di Campli nel 1724 da Fra’ Serafino da Nembo e Fra’ Stefano da Chieti. Sulla parete di fondo della zona absidale, all’interno di una nicchia, vi è la statua di San Francesco di Paola e, nel catino absidale, un grande dipinto che rappresenta il Santo in Gloria.