indirizzo: Corso Ovidio 43, Sulmona

Ingresso: Proprietà privata

Descrizione


Il palazzo è tra le testimonianze più significative dell’arte barocca abruzzese che vede influenze stilistiche provenienti dall’ambiente romano mediate dall’originale rilettura di maestranze locali e, più precisamente, come sembra plausibile supporre in questo di caso, di artigiani della pietra provenienti dal vicino borgo montano di Pescocostanzo.

La valenza storico-architettonica del palazzo è espressa essenzialmente nel prospetto lungo corso Ovidio che, pur alterato nel corso dei secoli con l’aggiunta di elementi estranei al primo settentesco, rivela la presenza di una trama compositiva che si sostanzia nella sapiente alternanza di finestre dalle varie fogge a balconi che hanno il compito di conferire ritmo al lungo prospetto, sottolineandone al contempo la presenza dei varchi d’accesso principali.

Gli episodi di maggior rilievo architettonico e decorativo sono situati in corrispondenza dei due sistemi portale-finestra; il tono decorativo e chiaroscurale si riduce quindi in corrispondenza dei settori intermedi (portali minori-sopraluce-finestra) per poi rinvigorirsi e marcare le estremità del prospetto con il motivo portale minore-sopraluce-balcone minore.

Tutti gli elementi  architettonici concorrono al ritmo del prospetto con forme e soluzioni decorative diverse e sempre più complesse a partire dalle finestre quadrate e rettangolari con conchiglia in funzione di sopraluce, per passare alle finestre con stipiti a terminazione piana e fastigio centrale con conchiglia, alle porte-finestre dei balconi minori e a quelle dei balconi maggiori con terminazione a profilo curvilineo, per giungere, infine, ai due portali di accesso al palazzo inquadrati da lesene, ribattute lateralmente, e sormontate da volute che inquadrano il fastigio barocco a coronamento lievemente inflesso.

Giova qui sottolineare ancora una volta che il complesso disegno di facciata, così come oggi visibile, è il frutto di interventi che si sono susseguiti nei secoli: tra gli elementi architettonici, quasi tutti databili tra la fine del Seicento e i primi decenni del secolo successivo, alcuni di essi sono più tardi, come i portali minori otto-novecenteschi ed il cornicione a guscio che serra in alto il lungo prospetto.

Note storiche

Il palazzo, acquistato dopo il 1706 dalla facoltosa famiglia Grilli di Pescocostanzo, cui appartenne per generazioni, passò ai de Capite nel 1887, quando una parte del fabbricato fu ceduta a Clementina Grilli e al marito Filippo de Capite. Gli stemmi in pietra delle due casate sono stati apposti ai lati del portale di sinistra dopo il restauro dell’edificio nel 2006 e sono repliche degli scudi gemelli scolpiti sull’archivolto del palazzo Grilli di Pescocostanzo, passato per matrimonio ai de Capite verso la metà del Settecento; a Sulmona, però, la disposizione inversa dell’insegna de Capite rispetto a Pescocostanzo attribuisce la proprietà storica a questa famiglia e non ai Grilli. Sul portale destro, al centro, lo stemma Corvi - di fattura ottocentesca anche se in stile barocco – potrebbe riferirsi al matrimonio di Vincenzo Grilli con Elisabetta Corvi avvenuto a metà dell’Ottocento, ma è stato apposto in loco dopo il 1907, come documenta una fotografia dell’epoca in cui l’arma non compare.