indirizzo: Corso Ovidio, 190

Ingresso: Edificio privato, non aperto al pubblico, ad eccezione dei locali commerciali

Descrizione


Secondo l'iscrizione inserita nel cantonale, il palazzo fu fatto erigere nel 1484 dal veneziano Giovanni dalle Palle, cittadino di Sulmona e mercante; con molta probabilità l’epigrafe è piuttosto da riferire al suo rifacimento, conseguente ai danni provocati dal terremoto del 1456, che  ne modificò il piano superiore. Presumibilmente fu mastro Simone, architetto di Venezia, attestato a Sulmona proprio in quel periodo di tempo, ad occuparsi della ricostruzione dell’edificio per conto del suo conterraneo.

Successivamente furono apportate ulteriori modifiche, soprattutto dopo il 1706, poiché il sisma costrinse i proprietari a murare tutte le aperture, compreso il porticato ancora riconoscibile sul lato prospiciente Corso Ovidio.

Il fabbricato in passato era conosciuto anche sotto il nome di Palazzo San Giorgio, per la presenza in facciata di una statua raffigurante il santo a cavallo che uccide il drago.

Altre info

In origine l’ingresso principale, attualmente su Corso Ovidio, era collocato sul fronte che guarda la piazza e identificabile probabilmente con l’arco di destra, carenato con cornice a borchie diamantate, che reca scolpiti nella chiave due putti in volo sorreggenti una sirena, possibile riferimento all’attività mercantile esercitata dal committente. Su questo portale si trovava la statua di San Giorgio a cavallo che, dopo il terremoto del 1706, fu ricollocata al centro della nuova facciata, nella nicchia posta fra i due balconi del primo piano, dove è tuttora visibile. La scultura, fino agli inizi del Novecento, veniva additata dal popolo come raffigurante Ovidio a cavallo, poichè questi apparteneva all’ordine equestre. Il portale gemello, anch’esso a sesto ribassato con profilo a chiglia, è probabilmente frutto di un rifacimento in stile. Il portale che affaccia su corso Ovidio è invece secentesco, fiancheggiato da colonne ioniche su basamento, e trattato con bugnato rustico che si insinua fin sul fusto delle colonne. ll fornice d’ingresso reca al centro uno scudo, con le insegne delle famiglie Trasmondi-Scala, sormontato dall’elegante balaustra del davanzale del piano nobile. Su questo prospetto del palazzo si apriva un portico costituito da tre arcate - ancora riconoscibili nonostante la tamponatura - due semicircolari ed una ogivale, in prossimità del cantonale, da cui si accedeva al piano superiore. Sui piloni di sostegno erano collocate delle statue su mensole, una delle quali rappresentava nuovamente una sirena, fiancheggiata da due delfini; fino a non molti anni fa sullo spigolo del cantonale era ancora presente una statua di San Giovanni Battista, protettore dell’omonimo proprietario, oggi conservata nel Museo Civico dell’Annunziata. Le uniche strutture del piano superiore, risalenti al rifacimento tardo quattrocentesco, sono le eleganti finestre bifore ingentilite da esili colonnine centrali e la finestra del balcone sopra il portale barocco. La porzione di facciata alla destra del suddetto portale sembra il frutto, invece, di interventi successivi: le finestre del piano nobile sono, con buona probabilità, coeve con il vicino portale mentre le aperture con sopraluce al piano terreno, come quelle analoghe della porzione meriodionale del prospetto, risalgono al XIX secolo.