indirizzo: Via Solimo, 18

Orario: Proprietà privata

Descrizione


Il palazzo, la cui struttura originaria non è di agevole lettura, sembra costituito da tre differenti corpi di fabbrica di forma rettangolare, tra loro ortogonali, che presentano un alzato che si articola in due o tre livelli. È dotato di due ingressi: quello principale sul fondo di vico Sanità - una piccola traversa di corso Ovidio - l’altro, su via Solimo; in origine doveva essere una dimora davvero imponente e sontuosa, come è possibile rilevare dalle dimensioni dell’impianto planimetrico e dall’eleganza delle partiture architettoniche. Le sole tracce del primitivo prospetto si trovano sul lato ovest – limitate ad una porzione di pochi metri di lunghezza – e si ravvisano nell'ingresso e nelle due bifore trilobate soprastanti, di cui una ridotta a balcone. Il portale durazzesco a sesto ribassato, secondo l’opinione di alcuni studiosi, sarebbe opera dello stesso Pietro da Como che lavorò, nel 1449, a quello di casa Tabassi in via E. Ciofano; in realtà le linee sobrie farebbero ipotizzare una più tarda derivazione semplificata dal modello, forse risalente ai restauri seguiti al terremoto del 1456. L’arco, come gli analoghi esempi del periodo, è inquadrato da una cornice rettangolare modanata che nasce poco al di sotto della linea d'imposta; i piedritti, come pure l’archivolto, sono lisci e privi di elementi decorativi. Di notevole interesse, al piano superiore, le due bifore sestiacute trilobate, con oculo sopra la colonna centrale: quella di destra è inserita in un’unica cornice ad arco a tutto sesto, corrispondente ad un tipo diffuso nell’Abruzzo aquilano; l'altra - parzialmente tamponata e ridotta a balcone ed inoltre troncata dall’inserimento di altri corpi di fabbrica - ha piedritti riquadrati da una modanatura in rilievo che termina in un archivolto a doppio lobo: quest’ultimo ricorda molto da vicino schemi di derivazione romanica di influenza catalana.

Attraverso il portale principale si accede alla corte rettangolare interna, caratterizzata da un portichetto a quattro arcate, sul quale affacciano tre piccoli portali ogivali, uno dei quali comunica con l'accesso di via Solimo, che reca l’arma del casato. Quest’ultimo presenta un arco a tutto sesto inquadrato da un ordine a fascia, decorato con eleganti specchiature, che si raccorda con volute al timpano curvilineo di coronamento; sopra l’arco campeggia uno stemma secentesco accartocciato e sormontato da corona di patrizio con i due scaglioni dell’insegna di famiglia. Ai lati altri due scudi “gotici antichi” degli inizi del secolo XIV: quello di sinistra, gigliato, appartiene alla Casa d’Angiò e proviene forse dalla distrutta chiesa di Sant’Agostino, sul cui portale - rimontato sulla facciata di San Filippo - sono presenti altri stemmi della famiglia Sanità insieme a quelli angioini; l’altro, sulla destra, è quello personale di Roberto d’Angiò.
In una lunetta della gradinata interna che dà accesso agli appartamenti si trovava un pregevole affresco (staccato di recente per motivi conservativi ed esposto in una sala del Polo Museale Civico dell’Annunziata) raffigurante la Madonna col Bambino e Santi; un’altra immagine della Vergine col Bambino e Devoti, dipinta sulla seconda rampa, è attribuita al pittore abruzzese Andrea Delitio e realizzata di certo intorno al 1450, quando l'artista era impegnato ad affrescare la chiesa sulmonese di San Francesco della Scarpa.

Note Storiche

Il palazzo, storica residenza della nobile famiglia Sanità, originaria di Todi e trasferitasi a Sulmona nel XIII secolo, è attualmente in parte soffocato dagli edifici sorti in epoca successiva nell’antistante piazzetta medievale, scomparsa in seguito agli interventi ricostruttivi seguiti ai tanti terremoti. Secondo gli storici locali la dimora ospitò i sovrani aragonesi, particolarmente legati al casato, durante i loro ricorrenti soggiorni a Sulmona. Sembra inoltre che nel XVII secolo, al tempo della sommossa di Masaniello, il fabbricato venisse incendiato dalla plebe in rivolta. Trasformato negli interni e molto ridimensionato dalle successive sovrapposizioni edilizie, presenta oggi solo una piccola parte del prospetto originario occidentale – con il portale d’ingresso e due bifore – il fronte nord con l’ingresso secondario su Via Solimo e quello orientale su Piazza Santa Monica - parzialmente coperto dal muro di recinzione di un cortile interno - che versa in avanzato stato di degrado.